I podisti devono necessariamente prendere tutta una serie di precauzioni prima di effettuare il proprio allenamento. D’altra parte, qualora si avvertano fastidi durante la corsa, è bene non sottovalutare i segnali che ci invia il nostro corpo ed eventualmente sospendere il proprio training. Ricordiamo che non solo i principianti, ma anche i runner più esperti possono incorrere in infortuni, in quanto la ripetitività del gesto tecnico può esporre il corridore a questo rischio. Di seguito proponiamo una rassegna dei più comuni infortuni del podista.

I più comuni infortuni del podista

Come in qualsiasi altra disciplina sportiva anche chi pratica la corsa può andare incontro a diverse tipologie di infortuni. Al fine di acquisire una maggiore consapevolezza è opportuno che il podista sappia distinguere tra dolore determinato dall’affaticamento e dolore causato da un infortunio. Nel primo caso il disturbo tende a sparire nel corso dell’allenamento, mentre nel secondo persiste e si acuisce con il passare del tempo. Proprio in virtù di questa considerazione è necessario, prima di sottoporsi a un’ulteriore seduta di allenamento, aspettare che i sintomi siano completamente passati o, eventualmente, rivolgersi a uno specialista.

Contratture: tra i più comuni infortuni del podista è doveroso segnalare la contrattura, che consiste in una contrazione involontaria e dolorosa di uno o più gruppi muscolari, determinata da un mancato rilasciamento muscolare; essa, solitamente, avviene allorquando l’azione meccanica del muscolo sfugge al controllo del sistema nervoso centrale. Le cause che determinano questo infortunio durante una seduta di allenamento sono sostanzialmente 2:

  1. sforzo e affaticamento eccessivo;
  2. riscaldamento pre-corsa inadeguato.

La contrattura, che non rappresenta una vera e propria lesione fisica, può essere curata con un periodo di riposo compreso tra i 5 e i 10 giorni e con l’eventuale assunzione di farmaci mio-rilassanti e/o in grado di contrastare l’evento infiammatorio. Se lo ritiene opportuno il medico specialista potrebbe anche prescrivervi un percorso fisioterapico. Il ginocchio del corridore: uno degli eventi traumatici che si verificano con maggiore frequenza tra i runner è il cosiddetto ginocchio del corridore.

Questo infortunio si verifica nel caso in cui il ginocchio vada sotto sforzo (overuse syndrome), ad esempio nel caso in cui:

  1. si effettui una corsa prolungata;
  2. ci si alleni su un terreno accidentato;
  3. si indossino calzature inadeguate.

 

Le suddette circostanze possono provocare l’infiammazione delle strutture che attraversano la zona laterale del ginocchio stesso (tratto ileo-tibiale della fascia lata). I principali sintomi di questo evento traumatico sono i seguenti:

  1. dolore continuo ma non particolarmente acuto a carico della parte laterale del ginocchio e alla base della rotula (la sintomatologia dolorosa si acuisce se le sedute di allenamento non vengono sospese);
  2. debolezza a livello della rotula;
  3. sensazione di instabilità.

 

Uno dei primi rimedi casalinghi per lenire il dolore provocato dal ginocchio del corridore è la crioterapia (terapia del freddo), che consiste nell’applicazione di una borsa del ghiaccio sulla parte dolorante per almeno 15 minuti al dì. Qualora il dolore persista potrebbe essere necessaria l’assunzione di farmaci analgesici o miorilassanti.

I più comuni infortuni del podista

Per prevenire questo infortunio si consiglia di effettuare quotidianamente degli esercizi di stretching mirati e di potenziamento del quadricipite; inoltre è anche opportuno, quando si riprendono le sedute di allenamento, adottare un passo più breve e cercare di mantenere il giusto baricentro del corpo.

Infiammazione plantare: si tratta di una infiammazione piuttosto dolorosa a carico della base del tallone, che può dare la sensazione al runner di correre con un chiodo conficcato nel piede. Le principali cause che determinano questo evento traumatico sono le seguenti:

  1. eccessivo sforzo durante l’allenamento;
  2. uso di scarpe inadeguate o che presentano suole usurate;
  3. muscoli troppo stretti e deboli per conformazione fisica;
  4. perdita di elasticità della fascia plantare a causa dell’invecchiamento;
  5. una postura errata.

Anche in questo caso si consiglia di effettuare dei regolari esercizi di stretching e di utilizzare delle calzature ortopediche ad hoc.

Qualora questo trauma non venga trattato opportunamente esso può dare origine a un dolore cronico invalidante. Tendinite dell’achilleo: questo infortunio determina l’infiammazione acuta o cronica del tendine di Achille, denominato anche come tendine calcaneale, che è il più grande presente nel corpo umano.

Esso ha origine nel muscolo tricipite della sura e si inserisce sul cosiddetto osso calcaneale; in altri termini, è situato nella parte posteriore della caviglia. La tendinite dell’achilleo può essere dovuta a diverse cause:

1 – una eccessiva tensione o affaticamento dei muscoli del polpaccio, i quali trasferiscono il carico al tendine;
2 – l’aumento non graduale della distanza percorsa correndo;
3 – eccessivo sforzo durante una corsa in salita;
4 – calzature non idonee che provocano la torsione del tendine.
I principali sintomi di questo evento traumatico sono i seguenti:
1 – talalgia (ovvero un dolore acuto a carico del tallone);
2 – rigidità mattutina o all’inizio di una seduta di allenamento lungo la parte posteriore del tendine (ovvero verso il calcagno);
3 – limitata mobilità della caviglia;
4 – rigonfiamento della parte posteriore del piede sopra al tallone.

Per lenire il dolore si consiglia di sospendere gli allenamenti, di applicare regolarmente una borsa del ghiaccio e di non mettere sotto sforzo la parte dolorante. In seguito sarà opportuno, tramite appositi esercizi di stretching per la parte inferiore della gamba, rafforzare in maniera opportuna la muscolatura.

Questo infortunio, qualora non venga opportunamente trattato, può addirittura portare alla rottura del tendine achilleo. Periostite tibiale: la periostite è una infiammazione a carico del periostio, ovvero della membrana connettivale fibro-elastica che riveste le ossa, proteggendole, nutrendole e rigenerandole.

La periostite tibiale del podista, denominata anche sindrome da stress tibiale mediale, riguarda in particolare la membrana che protegge la tibia sul lato interno.

La periostite tibiale si manifesta con un dolore intenso alla regione centrale e interna della tibia, il quale si acuisce quando si corre, si salta o si effettuano movimenti di flessione plantare.

Essa è generalmente causata:

  1. dall’aumento improvviso dell’intensità delle sedute di allenamento sia in termini di distanza percorsa che di velocità (in tal caso si parla di sovraccarico funzionale);
  2. da un trauma diretto sull’osso;
  3. dalla corsa praticata su un terreno troppo duro;
  4. dall’eterometria degli arti inferiori del corridore;
  5. dall’utilizzo di calzature non adeguate.

Per rimediare a questa tipologia di evento traumatico è necessario in primo luogo sospendere gli allenamenti e applicare sulla parte dolorante una borsa del ghiaccio. In seguito si può ricorrere a tre distinte terapie:

  1. Terapia medica: consiste nell’assunzione di farmaci analgesici e mio-rilassanti;
  2. Terapia infiltrativa: consiste nell’infiltrazione a livello locale di cortisonici o di ossigeno-ozono; entrambi, infatti, producono un effetto antiinfiammatorio.
  3. Terapia fisica: in questo caso è possibile sia ricorrere alla tecarterapia, che consente di trasferire energia biocompatibile ai tessuti lesi che alla ultrasuonoterapia, che consiste nell’utilizzo delle onde sonore con frequenza superiore alla soglia uditiva a scopo analgesico, decontratturante e antiinfiammatorio.

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