Alluce valgo cosa è e come intervenire
L’alluce valgo, noto volgarmente come cipolla del dito, è una delle patologie più diffuse a carico del piede e causa una vasta gamma di disagi: dolore intenso, alterazioni posturali, problemi estetici.
Alluce valgo: di cosa si tratta?
L’alluce valgo è una patologia estremamente diffusa e invalidante che determina la deformazione dell’alluce al livello della prima articolazione metatarsofalangea; in altri termini si verifica la deviazione dell’alluce verso le altre dita del piede e la deviazione mediale del 1°osso metatarsale. In alcuni casi si arriva addirittura all’accavallamento dell’alluce con il secondo dito del piede.
D’altra parte il prolungato sfregamento di questa parte con le scarpe può provocare infiammazioni (le cosiddette borsiti) e metatarsalgie acute. Questa deformazione colpisce soprattutto le donne di etàcompresa tra i 40 e i 60 anni; tuttavia negli ultimi tempi questo disturbo è stato riscontrato anche in soggetti decisamente più giovani.
Una patologia che spesso viene confusa con l’alluce valgo èil cosiddetto alluce rigido; quest’ultimo in realtà è caratterizzato dalla progressiva perdita del movimento da parte dell’alluce e da dolori particolarmente acuti e intensi.
Le principali cause dell’alluce valgo
A tutt’oggi non sono ancora state individuate con certezza le cause dell’alluce valgo. Esistono senz’altro numerosi casi di deformità metatarsale legati a fattori ereditari (cause primarie) che sono responsabili del cosiddetto alluce valgo idiopatico (ovvero legato al patrimonio genetico del soggetto), mentre le cause acquisite (o cause secondarie) determinano l’alluce valgo secondario. Queste ultime sono legate a diverse patologie, come, ad esempio, lo scorretto asse del retro piede, le malattie reumatiche, il piede piatto, ecc .
Le calzature da evitare
La calzature caratterizzate dai tacchi alti e dalla pianta con punta stretta acuiscono l’eventuale deformità dell’osso metatarsale e peggiorano la sintomatologia dolorosa. Esse infatti, se indossate per un periodo di tempo prolungato, costringono il piede ad una accentuata estensione plantare e al conseguente trasferimento del peso corporeo sull’avampiede, favorendo, di conseguenza, l’allontanamento della testa del primo metatarso dalle altre. Basti pensare che è sufficiente un tacco di 3 cm per spostare il peso sulla punta del piede; un tacco sei accresce il peso sull’avampiede del 57% e un tacco 9 scarica fino al 76% del peso sui metatarsi.
I rimedi e la prevenzione
E’ senz’altro buona regola ridurre l’utilizzo di scarpe con tacchi alti e punta stretta nel caso in cui si comincino ad accusare forti dolori all’alluce; queste calzature, infatti, costringendo il piede ad assumere una posizione innaturale, potrebbero favorire la deviazione dell’alluce. L’utilizzo dei cosiddetti barefoot (guanti per piedi che tengono separate le dita), invece, costituisce la soluzione ideale per camminare scalzi; in tal modo sarà possibile rinforzare i piedi e consentire al proprio corpo di ritrovare equilibrio e benessere.
Esistono, inoltre, alcuni esercizi ad hoc che riescono a favorire la riduzione del dolore e a fermare la progressione dell’alluce valgo. Ad esempio è possibile distendere l’alluce con le mani in modo tale da allinearlo perfettamente con le altre dita del piede, oppure, è consigliabile esercitarsi a rendere prensili le dita del piede (afferrare ad esempio un panno) in modo tale da favorire la flessibilità delle articolazioni.
Per alleviare il dolore, invece, si suggerisce di effettuare un pediluvio rilassante in acqua calda, in quanto esso sortisce un piacevole effetto lenitivo. Qualora l’infiammazione sia intensa e il dolore acuto si suggerisce di ricorrere ad impacchi di ghiaccio da applicare per 20 minuti 4 o 5 volte al giorno.
Esistono, inoltre, in commercio dei divaricatori in silicone da indossare di notte che contribuiscono a bloccare la progressione dell’alluce valgo, in quanto tentano di riportare il dito nella corretta posizione. Naturalmente essi sortiscono un effetto positivo e temporaneo solo nel caso in cui la deformazione ossea non abbia ancora raggiunto livelli critici.
L’intervento chirurgico
L’operazione chirurgica per risolvere il problema dell’alluce valgo avviene in regime di day hospital. Scopo dell’intervento è quello di eliminare la sensazione dolorosa e di ridurre, per quanto possibile, la deformità.
Esistono diverse tipologie di intervento chirurgico in base alla gravità della patologia.
La più innovativa tra di esse è senz’altro la chirurgia mini-invasiva, che effettua incisioni cutanee minime, viene realizzata in anestesia locale e utilizza minuti strumenti chirurgici. Essa fu messa a punto negli anni 90 dal medico californiano Stephan Isham ed è stata introdotta nei Paesi europei dallo spagnolo Mariano De Prado. Va detto che essa risulta vantaggiosa sia sotto il profilo estetico che sotto quello funzionale (si effettua, infatti, in day surgery, richiede tempi brevi, produce poche complicanze post-intervento).
Coloro che devono sottoporsi a questo tipo di intervento (chirurgia dell’alluce valgo tramite tecniche percutanee) a Roma possono fruire della convenzione ASL presso diverse strutture ospedaliere dove il Dott. Fabio Treia esercita.
I tempi di ripresa
Utilizzando un’apposita scarpa post-intervento, il paziente potrà immediatamente riprendere a camminare. I primi giorni è anche buona norma tenere sollevato il piede e applicare del ghiaccio sulla parte operata, in quanto sortisce un effetto antiedemigeno (ovvero riduce l’edema) e antidolorifico. La medicazione va rinnovata dopo quindici giorni dall’intervento e nella medesima circostanza è anche necessario effettuare una rapida visita di controllo al fine di verificare che il decorso post-operatorio proceda regolarmente. Trascorse 4 settimane dall’intervento sarà possibile rimuovere il bendaggio e calzare scarpe comode tipo da ginnastica. Dopo circa due mesi sono necessarie radiografie di controllo in due proiezioni (dorso-plantarie e laterali) per accertarsi che la correzione dell’osso sia andata a buon fine.
La riabilitazione è necessaria?
Generalmente la fase riabilitativa non è necessaria; tuttavia essa può essere prevista per soggetti particolarmente anziani o in alluci particolarmente gravi. In tal caso si raccomanda il l’infodrenaggio, la rieducazione alla deambulazione presso centri ad hoc e la terapia antalgica finalizzata alla riduzione della sintomatologia dolorosa.